C’è un’ombra rosso scuro sopra Bergamo (e gran parte della provincia), in questi giorni. Un’ombra che, pur di quel colore violaceo, rimane invisibile ai nostri occhi. E’ l’ombra di una qualità dell’aria scarsa -se non scarsissima- che respiriamo ogni giorno, e i cui contorni diventano visibili sul sito dell’ARPA (https://www.arpalombardia.it/temi-ambientali/aria/stime-modellistiche/).
CAUSE
Parlare dell’inquinamento dell’aria fa genericamente riferimento alla dispersione di materiali chimici- perlopiù appunto inquinanti- nell’atmosfera, sotto forma di liquidi, solidi o aerosol. Si tratta di elementi di diverso tipo, e dalla disparata provenienza. Innanzitutto, la prima differenza da chiarire: contaminanti e inquinanti. Se entrambi modificano gli equilibri del sistema naturale in cui vengono immessi, gli inquinanti hanno certamente conseguenze negative su questo, mentre il discorso è più complesso per i contaminanti.
Esistono diversi tipi di inquinanti, divisi in base a composizione chimica o stato fisico, ma anche in base alla loro reattività in atmosfera. Di tutti questi, però, ha senso conoscere alcuni riconosciuti e monitorati dall’ARPA (Agenzie Regionali di Protezione Ambientale), tra cui PM2.5 e 10 –le cosiddette “polveri sottili”- allarmanti perché talmente sottili da infilarsi nelle nostre narici, ma anche biossido di zolfo (SO2), monossido di carbonio (CO), monossido e biossido di azoto (NO ed NO2) e benzene (C6H6).
COSA SUCCEDE ALLA NOSTRA ARIA?
Che la qualità dell’aria di Bergamo sia scarsa, non è ormai più un segreto. La morfologia del territorio, con le montagne che circondano la città e facilitano quindi la stagnazione di venti (ed inquinanti) nella zona, è solo una delle ragioni alla base del peggioramento della situazione delle ultime settimane. Diverse cause concorrono infatti ad una situazione che non accenna a migliorare stabilmente, ma solo a riportare minime variazioni di misurazione.
Oltre infatti alla relativa stabilità atmosferica data dalla prossimità delle montagne, che rende quindi più facile una stagnazione degli inquinanti sulla città, Bergamo è infatti terra a due facce: vicina a grandi poli industriali -di cui è anche sede, e allo stesso tempo circondata da zone agricole.
Non aiutano certamente neanche fattori come l’alta densità di popolazione che, soprattutto, si traduce in un afflusso costante e intenso di traffico tramite mezzi privati. Come rilevato da Legambiente, nel febbraio del 2023 il rapporto era di 61 auto ogni 100 abitanti. Ad onor del vero, non tutta la bergamasca vive la stessa situazione: zone come la Val Brembana o l’alta Val Seriana presentano livelli decisamente inferiori di PM2.5.
Come si suol dire: non tutto è perduto. L’inquinamento atmosferico si può ridurre; per farlo è necessario però agire in due sensi. Da un lato, le prescrizioni tecniche intervengono sulle tipologie specifiche di emissioni; esempio classico può essere il catalizzatore sulle auto o altre forme di depurazione dei gas di scarico. Dall’altro, fondamentale è anche lavorare nel senso della riduzione dei consumi: implementare azioni politico-strategiche, di concerto con momenti e percorsi educativi.
Tutto però parte dall’informazione. Un’informazione che si rivolga non soltanto a un pubblico il più ampio possibile, ma che funga soprattutto da motore propulsore per iniziare un dibattito che coinvolga i diversi attori in ambiti e settori interessati e promuovere una reale cooperazione su più livelli. I settori interessati, non è da dimenticare, spaziano fra svariati ambiti che toccano la nostra quotidianità: dai trasporti al consumo energetico, dalla programmazione turistica ai sussidi agricoli.
Solo così, integrando le esigenze legate al miglioramento dell’aria all’interno di politiche che riguardano i processi della nostra vita di tutti i giorni, è possibile realmente cambiare l’aria che respiriamo. Invisibile e inconsistente, infatti, l’aria tende a scomparire dalle nostre preoccupazioni.
Eppure, ci riguarda da vicino, in ogni momento. Qualche anno fa, facendo un laboratorio sull’aria, un bambino di 4^ elementare, di fronte alla mappa rossa di ARPA, mi ha detto: “Ma quindi, quando oggi pomeriggio quando farò allenamento, respirerò aria inquinata?”.
La risposta, triste ed impotente, è solo una: si. In ogni momento, in ogni respiro. Si.